In questa sezione vorrei condividere articoli, immagini, pensieri che possano rappresentare la mia idea di scuola.
Un modo non banale di riflettere sull’educazione, a partire dalle tante difficoltà, ma presentando anche stimoli
alla riflessione.
Comincio subito con un bell’articolo del Maestro Lorenzoni….
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Intervista a Franco Lorenzoni
realizzata da Gianni Saporetti
tratta dalla rivista “una città”
RECINTI D’OGNI SORTA
Il rischio che l’introduzione di lavagne interattive nella scuola
dell’infanzia e nei primi anni delle elementari, in una situazione in
cui il bambino a casa è già circondato da schermi e da telefonini,
impoverisca grandemente la sua formazione, di cui l’uso del tatto e del corpo,
l’osservazione in spazi grandi, il confronto anche duro con
la realtà esterna e con gli altri, era parte fondamentale; il rischio
di un bambino iperprotetto a suo agio solo di fronte a uno schermo.
Intervista a Franco Lorenzoni.
Franco Lorenzoni, maestro elementare, è coordinatore
della Casa laboratorio di Cenci, Amelia.
Hai lanciato un allarme, che sta suscitando un acceso
dibattito, sui rischi che può comportare l’introduzione
degli strumenti digitali nelle scuole dell’infanzia e
nelle elementari. Ce ne parli?
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I diritti naturali
© Gianfranco Zavalloni
COME FOSSE UNA INTRODUZIONE – Mi piace giocare, disegnare, raccontare e ascoltare storie, fare e vedere uno spettacolo di burattini. Insomma mi piace il mondo dei bambini e delle bambine… anche perché credo sia importante che in noi resti vivo una parte di bambino. E per 16 anni ho giocato con i bambini dai 3 ai 6 anni. Per questo più di 15 anni fa ho scritto il “Manifesto dei diritti naturali di bimbi e bimbe”. Lavorando prima come maestro e poi come dirigente scolastico mi sono accorto che quasi tutti i bimbi e le bimbe d’Europa o delle famiglie ricche del Sud del Mondo hanno riconosciuti i diritti stabiliti dalla Carta Internazionale dei diritti dell’Infanzia (istruzione, salute, gioco…). Ma agli stessi sono pressoché negati quelli che io definisco “diritti naturali”. Questo manifesto è rivolto ai grandi, anche perché i piccoli lo capiscono al volo. Un po’ come diceva il Piccolo Principe “…ai grandi bisogna sempre spiegare tutto quello che i bambini capiscono subito”.
FAR MEMORIA DELLA NOSTRA INFANZIA – Per capire l’infanzia e la fanciullezza ognuno deve fare memoria, cioè ripensarsi bambino. E per far questo è bene porsi alcune domande: – cosa amavamo fare? – dove giocavamo? – con chi ci piaceva stare? A partire da questi tre interrogativi, ritengo utile analizzare la situazione o meglio il rapporto fra mondo dell’infanzia e società moderna, alla luce di quei diritti che io ritengo completamente disattesi:
![mailartagosto2009[1]](https://sassomarconiblog.files.wordpress.com/2013/03/mailartagosto20091-e1364453433751.jpg?w=300&h=73)
Ecco una bella riflessione di Franco Cassano sul camminare, un’arte che pratico da anni e che non mi ha mai deluso.
Camminare per uscire e per ritrovarsi, da soli o assieme.
Un’arte che vorrei trasmettere ai miei bambini e alle mie bambine.
Tratto da:
“Modernizzare stanca. Perdere tempo, guadagnare tempo” Il Mulino, 2001
Passeggiare è un’arte povera, un far niente pieno di cose, il piacere di
scrivere una pagina bianca, una risacca dolce della nostra vita minima.
Passeggiare vuol dire partire per arrivare, ma senza impegno, perchè ci si può
fermare prima, cambiare percorso, inseguire un’altra idea, prendere una strada
secondaria, fare una digressione. Passeggiare è abbandonare la linea retta,
improvvisare il percorso, decidere di volta in volta la rotta, girare a vuoto
nella penombra, non avere paura di ascoltarsi. Passeggiare è accarezzare un
palazzo o una strada che ti sono cari, dove non passi per caso, ma perchè
vorresti incontrare qualcuno.